1983
Gran parte dell’anno fu utilizzata da me, con me e per me, per focalizzare il mio ruolo nella riorganizzazione Germania - Est Europa.
Interpellato da Cosani mi dissi pronto ad offrire tutta la mia collaborazione ad Etienne Huys per permettergli di operare in una zona complessa come l’est europeo.
Io d’altra parte mi dovevo occupare di due cose completamente diverse, ma complementari: la prima, fondamentale, era subentrare a F. Roesch nella conduzione della costituenda filiale tedesca, e a questo fine riuscirgli sufficientemente simpatico per poter contare sulla sua collaborazione. I tempi erano stretti, il subentro era previsto per il gennaio1984.
Roesch era una mia vecchia conoscenza, dal momento che anche lui in fasi differenti si era occupato di Dasco, Bentley e Bellco sul mercato tedesco, dove nutriva numerose conoscenze.
Era inoltre molto legato sia a Gianni Bellini che al fratello Stefano, e la Bellco aveva un notevole debito di riconoscenza verso di lui, data anche la sua accentuata propositività, che spesso ci aveva permesso di dare un taglio germanico ai nostri prodotti, per farli accettare sul mercato più difficile d’Europa.
Fui ben accettato da lui, come dai suoi collaboratori commerciali, Beisner e Pieroth in seguito, prima di tutto per un motivo fondamentale: con me potevano parlare tedesco.
La mia seconda attività in Germania consisteva nel dare una mano a Vittorino David nella realizzazione della direttiva aggiuntiva dell’Eni, che era lo spostamento degli uffici Bellco da Friburgo, bella città del sud alemanno, città in cui Roesch aveva le proprie radici (ma in effetti scomoda da raggiungere e mal servita nei collegamenti internazionali), a Francoforte, sede dell’Eni tedesca, con una serie di vantaggi aggiuntivi (importante la condivisione economica di spazi preesistenti). Questa seconda attività doveva essere svolta con la massima discrezione, per evitare un immediato fuggi fuggi dei collaboratori friburghesi (il rissoso magazzinere, la efficentissima segretaria ecc.).
I viaggi a Friburgo e Francoforte furono innumerevoli: avevo un comodo volo Linate-Strasburgo e Roesch veniva a prendermi all’aeroporto, dopodichè durante il viaggio in auto per Friburgo mi mostrava orgoglioso la segnaletica stradale bilingue, opera dei suoi ferventi negoziati in qualità di presidente dell’Automobilclub del Baden Wuerttenberg.
Quando il Carletto veniva con me, avevamo un comodo treno con vagone letto che ci scaricava a Friburgo il mattino presto, pronti per il lavoro quotidiano.
Ovviamente non avevo abbandonato l’Est Europa, dove continuavo a viaggiare intensamente, e l’anno fu tranquillo e pur sempre profittevole.
Anche l’EDTA (al Barbican Centre di Londra ) fu senza storia: alloggiavamo in un nuovo hotel presso il Tower Bridge dove l’unico problema era sopravvivere alle estenuanti file per il breakfast mattutino, dovute a uno staff di analfabeti camerieri filippini che ritardavano il nostro affamato fluire.
Approfittai del congresso per rinsaldare anche la mia amicizia coi sopracitati Beisner e Pieroth, anche loro presenti. Beisner era il factotum di Roesch, faceva il customer service, Pieroth curava una importante area di vendita, ma date le sue predisposizioni tecniche e non solo, era roso dalla grande ambizione di ... probabilmente era solo roso dall’ambizione, e basta, senza precisarne l’obiettivo (1).
Interpellato da Cosani mi dissi pronto ad offrire tutta la mia collaborazione ad Etienne Huys per permettergli di operare in una zona complessa come l’est europeo.
Io d’altra parte mi dovevo occupare di due cose completamente diverse, ma complementari: la prima, fondamentale, era subentrare a F. Roesch nella conduzione della costituenda filiale tedesca, e a questo fine riuscirgli sufficientemente simpatico per poter contare sulla sua collaborazione. I tempi erano stretti, il subentro era previsto per il gennaio1984.
Roesch era una mia vecchia conoscenza, dal momento che anche lui in fasi differenti si era occupato di Dasco, Bentley e Bellco sul mercato tedesco, dove nutriva numerose conoscenze.
Era inoltre molto legato sia a Gianni Bellini che al fratello Stefano, e la Bellco aveva un notevole debito di riconoscenza verso di lui, data anche la sua accentuata propositività, che spesso ci aveva permesso di dare un taglio germanico ai nostri prodotti, per farli accettare sul mercato più difficile d’Europa.
Fui ben accettato da lui, come dai suoi collaboratori commerciali, Beisner e Pieroth in seguito, prima di tutto per un motivo fondamentale: con me potevano parlare tedesco.
La mia seconda attività in Germania consisteva nel dare una mano a Vittorino David nella realizzazione della direttiva aggiuntiva dell’Eni, che era lo spostamento degli uffici Bellco da Friburgo, bella città del sud alemanno, città in cui Roesch aveva le proprie radici (ma in effetti scomoda da raggiungere e mal servita nei collegamenti internazionali), a Francoforte, sede dell’Eni tedesca, con una serie di vantaggi aggiuntivi (importante la condivisione economica di spazi preesistenti). Questa seconda attività doveva essere svolta con la massima discrezione, per evitare un immediato fuggi fuggi dei collaboratori friburghesi (il rissoso magazzinere, la efficentissima segretaria ecc.).
I viaggi a Friburgo e Francoforte furono innumerevoli: avevo un comodo volo Linate-Strasburgo e Roesch veniva a prendermi all’aeroporto, dopodichè durante il viaggio in auto per Friburgo mi mostrava orgoglioso la segnaletica stradale bilingue, opera dei suoi ferventi negoziati in qualità di presidente dell’Automobilclub del Baden Wuerttenberg.
Quando il Carletto veniva con me, avevamo un comodo treno con vagone letto che ci scaricava a Friburgo il mattino presto, pronti per il lavoro quotidiano.
Ovviamente non avevo abbandonato l’Est Europa, dove continuavo a viaggiare intensamente, e l’anno fu tranquillo e pur sempre profittevole.
Anche l’EDTA (al Barbican Centre di Londra ) fu senza storia: alloggiavamo in un nuovo hotel presso il Tower Bridge dove l’unico problema era sopravvivere alle estenuanti file per il breakfast mattutino, dovute a uno staff di analfabeti camerieri filippini che ritardavano il nostro affamato fluire.
Approfittai del congresso per rinsaldare anche la mia amicizia coi sopracitati Beisner e Pieroth, anche loro presenti. Beisner era il factotum di Roesch, faceva il customer service, Pieroth curava una importante area di vendita, ma date le sue predisposizioni tecniche e non solo, era roso dalla grande ambizione di ... probabilmente era solo roso dall’ambizione, e basta, senza precisarne l’obiettivo (1).
(1) Aveva realizzato a livello prototipale delle micro pompe multiuso.